Le fotografie furono parte della mostra Figure dell’Anima – Arte irregolare in Europa e del catalogo edito da Mazzotta nel 1998.
La sua opera è connotata da un’iconografia dell’omosessualità che miscela simbologia cristiana e immaginario erotico forse ispirato dalla visione di bagnanti adolescenti osservati sulla spiaggia di Cogoleto. La struttura ospedaliera di Cogoleto, oltre ad essere confinata rispetto a grandi centri abitati, si trovava anche piuttosto isolata dal punto di vista della pratica clinica e assistenziale. Lo spazio di lavorazione che infine gli viene aperto è incredibile. Come l’intero manicomio anche la chiesa è stata appena terminata quando Grimaldi arriva a Cogoleto: solo negli anni 30 l’Ospedale Psichiatrico viene dotato di un luogo di culto autonomo per poter permettere agli internati e al corpo delle suore che lavorano all’interno della struttura di seguire le funzioni religiose. La decorazione della chiesa rappresenta la più appagante occasione dell’intera vita di Grimaldi, il grande ambiente totalmente disadorno è il luogo ideale dove finalmente tutta la sua ispirazione poteva manifestarsi a livelli monumentali tramite un preciso progetto completo e organico che lo vedeva come unico protagonista. L’opera fu terminata nel 1937 e l’artista vi appose la firma con la scritta Ultima Opus. Addio mia Arte. Ricoverato nuovamente nel 1941 presso l’Ospedale Psichiatrico di Cogoleto, morì a causa di un attacco cardiaco il 28 luglio dello stesso anno.